martedì 24 agosto 2010

A PROPOSITO DI UVA GRAPES, BIG [CITS] E DI DRAMMATURGIA DEL POTERE

A chi non sia di Catania e, o, non vi si trovi in questi giorni, magari interesserà una vicenda emblematica della guerra che l'ideologia della "scimunitaggine scientemente imperante" nel nostro paese ha (non) dichiarato a ogni azione residua di creatività vitale. La circostanza che riporto ha una sua struttura drammaturgica che prende l'avvio da una condizione di forte squilibrio. C'è un mondo ordinario in cui "un solo uomo possiede tutte le televisioni (tutte), le due emittenti radiofoniche più importanti, il quotidiano più letto (più parte degli altri due quotidiani che escono in quel territorio), una casa editrice, la più importante concessionaria per la raccolta pubblicitaria, due società per la pubblicità su cartellonistica stradale" (sic. cit. dal blog di Daniele Andaloro). Un uomo solo che ha licenziato l'intera redazione moderatamente indipendente della sua tv più importante. No, non è l'Italia di Silvio Berlusconi, è la Catania di Mario Ciancio. In questo mondo ordinario del regno di Mario Ciancio, c'è un ente pubblico, il Comune, noto nel mondo per l'alta qualità della sua azione amministrativa (un buco di bilancio di centinaia e centinaia di milioni di euro) e per la straordinaria trasparenza con cui decreta cambi di destinazione d'uso di terreni - in un'area geografica in cui, negli anni, è stata costruita forse la più alta percentuale europea di centri commerciali per numero di abitanti; - di terreni, dicevo - acquistati a costo agricolo da quello stesso unico proprietario della totalità dei mezzi di informazione e di agenzie per la raccolta pubblicitaria presenti sul territorio. Trasparentissimi affari d'oro non riportati da nessun organo di informazione che non sia considerato semisovversivo, visto che gli altri di tutto il meridione d'Italia, fino a Bari, per un verso o per l'altro, li possiede o li controlla lui. Un Comune, dicevo, che tanta ricchezza ha profuso nei conti correnti dei suoi cittadini, e che da un decennio, ad eccezione di alcune iniziative realizzate con fondi europei, non ha trovato nulla da investire in quelle cose inutili che sono le attività culturali. Ma, vi ho anticipato che questa storia ha una sua struttura drammaturgica e quindi, a un certo punto, interviene un evento dinamico, un catalizzatore, un incidente scatenante, un richiamo all'avventura che investe i protagonisti. A Hollywood avrebbero detto gli eroi; ma qui siamo in Italia, dove gli eroi si chiamano Mangano e fanno di professione i cattivi. Però, siccome questo è il mio racconto, le funzioni drammatiche ai miei personaggi le attribuisco io. Insomma, a un certo punto, in questo mondo ordinario, ad altissima densità mafiosa, in cui vige un cotrollo straordinario su ciò che si deve o non si deve sapere, il famoso Comune di Catania, dicevo, chiede, in via eccezionale, a tutti (?) gli artisti, gli organismi di produzione, i teatri, etc., di offrire alla città in maniera gratuita (come se nella normalità fosse garantito a codesti un continuo e costante finanziamento) la propria programmazione. A tale autorevole appello rispondono con encomiabile generosità l'Associazione Musicale Etnea e la Compagnia Zappalà Danza, le quali insieme decidono di condividere l'organizzazione del Festival Uva Grapes che da sette anni è ideato e realizzato dalla compagine diretta dal valente coreografo Roberto Zappalà. L'Associazione Musicale Etnea investe nell'operazione buona parte della sua trentaseiesima stagione concertistica. Le due strutture danno l'avvio a qualcosa di inusitato per il territorio, addirittura "una rete per condividere uno spazio di lavoro e confronto per le culture e i linguaggi del contemporaneo" (cit.). Includono la Fondazione Puglisi Cosentino, il Teatro Massimo Bellini, la casa editrice Mesogea, gli amici della musica di Trapani. Sembra andare tutto bene. Il festival presenta il primo evento che coincide con la campagna pubblicitaria. Giuseppe Parito, infatti, non è un pubblicitario qualsiasi, è un artista, ed espone la sua opera negli spazi sacri della pubblicità. L'evento, si chiama Big [Cits] - "Le parole sono importanti". I quadri devozionali sei per tre di berlusconiana memoria vengono occupati da 5 citazioni: "Lo scrittore è un ingegnere dell'anima umana" (cit.); Il mondo progredisce, l'avvenire è radioso, nessuno può cambiare questo orientamento generale della storia (cit.); Un peccato di gioventù è quando si è giovani e non lo si commette (cit.); Le parole in determinate occasioni possono essere dei fatti (cit.); La verità ha sempre mille voti come ogni volto ha sempre mille verità (cit.). I catanesi, ma anche i turisti, si fermano a guardare: "Minchia, che frasi profonde" (cit.). Alcuni vengono avvistati mentre copiano le cits., e addirittura finiscono per pubblicarle sui loro profili nei social networks (non è vero, ma non è neanche inverosimile). “Non si sa mai di chi si masticano i pensieri (cit.), avverte Parito nelle sue note sull'opera. E fin qui siamo ancora nel primo atto. Ma, ecco che avviene il primo punto di svolta, il varco della soglia dell'avventura, l'inizio del viaggio nel mondo straordinario. Il giornale di proprietà dell'unico proprietario di giornali e di cartelloni sei per tre pubblica, in prima pagina dell'edizione locale una e-mail di un lettore che si è preso la briga di andare a scoprire in rete a quali autori siano da riferire tali tali citazioni. E, meraviglia delle meraviglie, si scopre che sono da attribuire rispettivamente a Stalin, Mao, Hitler, Mussolini e Berlusconi. Dio ne scampi! La Sicilia pubblica la e-mail del lettore in copertina con un titolo a quattro colonne: "Frasi di dittatori per presentare un festival, oscuratele!" E una mezza pagina all'interno che accusa l'autore di aver voluto creare uno scandalo pur di richiamare in ogni modo l'attenzione. Ed è proprio in questo momento che vengono fuori con più chiarezza le figure dei protagonisti e degli antagonisti. Onta, bestemmia, oltraggio. Nessuno, che mi risulti, spiega apertamente perché. Pseudo giornalisti al servizio del padrone del vapore di cui sopra cominciano la campagna per normalizzare gli effetti da cortocircuito crossmediale dell'azione situazionista. Un'azione clamorosamente efficace che colpisce nevralgicamente nel segno il santuario del potere. Parito è riuscito a penetrare come lama nel burro nel sistema operativo della Matrix catanese, suscitando un piccolo shock e un successivo sentimento di imbarazzo in coloro che avevano subito un brusco risveglio. Il risultato è stato di mandare in tilt temporaneamente il meccanismo perfettamente lubrificato della creazione del consenso. I catanesi, ma anche i turisti, sono stati costretti a rendersi conto di cose di cui normalmente non ci si deve rendere conto. Hanno dovuto osservare il metalinguaggio, ciò che normalmente rimane occulto. La retorica, il contesto, il segno. E facendolo si sono guardati allo specchio e si sono vergognati. Si sono vergognati di non aver saputo leggere. Di essere impreparati. Di non avere gli strumenti per distinguere. Hanno guardato nel retrobottega del pizzicarolo e hanno visto la roba avariata di cui si nutrono ogni giorno e che fanno portare a scuola come merenda ai loro bambini. Hanno provato lo smarrimento del dubbio di non avere in mano la materia prima con la quale costruire le proprie più autentiche convinzioni. E tutto questo è avvenuto violando la pinacoteca liturgica del sacro impero degli ipermercati; è avvenuto sui tabelloni, dedicati alle immagini sante del commercio monopolmercatista, controllati dal noto imprenditore, padrone e direttore dal 1967 dell'unico giornale che dovrebbe relazionare sugli affari e sugli intrighi di potere del medesimo direttore (nemmeno il Pierino anziano infoiato coi capelli finti di Arcore ha avuto ancora l'ardire di prendere il posto di Emilio Fede); tutto questo si è consumato sulle pale d'altare del proprietario di tutti i mezzi di informazione e da cui dipendono le sorti di tutti i politici di maggioranza e di opposizione di questa parte importante della Sicilia. Di questa regione che ha suscitato la sorpresa dell'Italia intera quando nel 2001 ha decretato la vittoria del centrodestra esprimendosi in 61 seggi su 61 per la santificazione definitiva di Silvio Berlusconi. Chissà come mai? E ora chiedo agli amici non di Catania: questa è una vicenda così insignificante da relegare a polemica estetica interna a una afosa città di provincia ignorante e cafona, o ha a che fare intimamente con il paese disorientato che siamo diventati? La storia ovviamente non finisce qui, perché l'esercito dei normalizzatori si ingrossa e tutti cercano di fare interventi da un piano superiore, spiegando a Davide, che ha colpito Golia dentro le mura della sua cittadella fortificata, che cosa si debba intendere per comunicazione. Viene accusato di tutto, Parito, di avere offeso gli ebrei, di essersi fatto pubblicità con soldi pubblici... Qualcuno sta cercando di capire se ci siano gli estremi per far scattare denunce. L'assessore alla cultura e grandi eventi, la stilista Marella Ferrera, che aveva chiesto di poter patrocinare gratuitamente il festival, prende le distanze dall'operazione. Uva Grapes è in corso e siamo a metà del secondo atto. Si attende il midpoint, e poi ancora ostacoli sempre più complicati da superare prima del finale. Ma c'è un aspetto che rende questa vicenda importante e degna di essere emulata: la sfida lanciata da Parito contende all'avversario sul suo terreno il primato dell'azione creativa, dell'influeza sulle sorti della propria vita e di quella collettiva. La sfida lanciata da Parito non è quella di una vittima rabbiosa e impotente. Al contrario. Per questo è difficile relegarla in un ambito marginale. Quanto ci vorrà a capire che Parito e gli organizzatori di Uva Grapes sono i veri eroi di questa Italia e che noi, tutti gli altri, stiamo delegando a loro l'assunzione di ogni rischio? A loro che fanno ciò che è richiesto a tutti noi, lo vogliamo o no, per vivere pienamente i nostri tempi in questo paese in cui ci è capitato di esistere: giocare sul tavolo del presente l'intera posta di se stessi.

13 commenti:

  1. la migliore recenzione e la migliore chiave di lettura della big.(cit)- finora letta.....

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  2. Caro Salvatore,
    per puro, purissimo caso mi sono imbattuta nel tuo blog e nel tuo post e ritengo di conoscere abbastanza la storia che, in tono di osanna, hai narrato.
    (Pausa di sospensione di circa 5 minuti per provare a mettere in ordine le mie idee ed esporle).
    Lascerò perdere linguaggi forbiti e ad effetto, così come non snocciolerò citazioni e non darò sfoggio della mia cultura, anche perchè non ne sarei in grado, forse lascerò perdere anche la grammatica e l’analisi logica, e parlerò di una cosa sorprendentemente nuova per il mondo di oggi: l’onestà.(Chissà perchè mi sono affezionata così tanto a questo valore, che oggi come oggi non produce nulla!)
    Inizio dalla fine: il tuo racconto si conclude definendo “Parito e gli organizzatori di Uva Grapes gli eroi di questa Italia, ahahahha” ( la risata finale non c’era ma secondo me ci sta benissimo). Analizzo questa piccola frase mettendo da parte gli organizzatori di Uva Grapes, in quanto “gruppo” e mi soffermo a pubblicizzare ancora un pò la figura di Parito (a questo punto sempre più gongolante), d’altronde il riuscire a far focalizzare le attenzioni su di lui è cosa che gli riesce benissimo in modo naturale, ingenuamente e macchinosamente (...spiegherò più avanti)!
    La campagna pubblicitaria da lui (e sorella) ideata, la trovo bella, interessante, ma neanche tanto originale e certamente non diretta. Leggendo le frasi sui 6x3, io, che non so neanche che Uva Grapes è un Festival che la città di Catania presenta da ben sette anni, ho serie difficoltà a capire che a breve la nostra amata Catania brulicherà di eventi artistici e con la superficialità che mi contraddistingue dovrei ricordarmi, una volta giunta a casa (il collegamento ad internet via smartphone mi costa assai), di andare a consultare www.uvagrapes.com e finalmente capire! Cosa che viene sicuramente semplice ad un settantenne che forse a casa non ha neanche un pc, e che quindi non avrà la possibilità di collegarsi al sito che distrattamente (o no?) è stato pubblicizzato sui cartelloni e scoprire così che potrebbe passare le sue prossime giornate a godere dell’arte. Onore ai Paritos che hanno inventato la pubblicità classista!
    Ma, improvvisamente, un giorno, così dal nulla, è arrivato un cavaliere (servente?) che colpito (forse in testa) dai cartelloni pubblicitari, o dal solleone di agosto, ha deciso di scrivere alla Sicilia e svela così, anche al povero settantenne, il quid comunicativo e svela, inoltre, di avere tanto tempo per fare una ricerca su internet e scoprire, disgustato, che le frasi appartengono a 5 dittatori, Papi incluso, (suspance, rullo di tamburi, gas ai motori della fantasia scenica). Ciancio si sorprende e si irrita, (ma davvero? Gli avete rovinato le vacanze?) gli hanno toccato Papi e da lì si da il via al cabaret: adesso improvviso io!
    Al tocco di Papi, quello che però si sente più attaccato è il Bucolo (onore al merito, va nominato no?) colui che, contraddistinto dalla solita arroganza e saccente invidia, riesce a scrivere, seppur in rare occasioni, qualcosa di valido; nel suo show, il Bucolo ha anche scomodato gli ebrei, ma si è dimenticato di sottolineare che si riferiva probabilmente alla fetta di ebrei imbecilli, fetta probabilmente numericamente uguale a quella dei cristiani imbecilli, per cui non trovo molto preoccupante la sua denuncia.
    Chi è Bucolo lo si sa (più o meno), ma chi è il cavalier servente? Certo è qualcuno che ha un gran “culo” oppure sa che in estate gli “scrittori” Catanesi vanno in vacanza e quindi la sua mail sarebbe stata pubblicata sulla Sicilia tra le tante inviate; perchè - diciamocelo chiaro - non è che il nostro (libero) giornale pubblichi proprio tutte le lettere che gli vengono inviate! Eppure la sua, sgrammaticata e poco lucida, è stata spedita in prima pagina.

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  3. Caro Salvatore,
    per puro, purissimo caso mi sono imbattuta nel tuo blog e nel tuo post e ritengo di conoscere abbastanza la storia che, in tono di osanna, hai narrato.
    (Pausa di sospensione di circa 5 minuti per provare a mettere in ordine le mie idee ed esporle).
    Lascerò perdere linguaggi forbiti e ad effetto, così come non snocciolerò citazioni e non darò sfoggio della mia cultura, anche perchè non ne sarei in grado, forse lascerò perdere anche la grammatica e l’analisi logica, e parlerò di una cosa sorprendentemente nuova per il mondo di oggi: l’onestà.(Chissà perchè mi sono affezionata così tanto a questo valore, che oggi come oggi non produce nulla!)
    Inizio dalla fine: il tuo racconto si conclude definendo “Parito e gli organizzatori di Uva Grapes gli eroi di questa Italia, ahahahha” ( la risata finale non c’era ma secondo me ci sta benissimo). Analizzo questa piccola frase mettendo da parte gli organizzatori di Uva Grapes, in quanto “gruppo” e mi soffermo a pubblicizzare ancora un pò la figura di Parito (a questo punto sempre più gongolante), d’altronde il riuscire a far focalizzare le attenzioni su di lui è cosa che gli riesce benissimo in modo naturale, ingenuamente e macchinosamente (...spiegherò più avanti)!
    La campagna pubblicitaria da lui (e sorella) ideata, la trovo bella, interessante, ma neanche tanto originale e certamente non diretta. Leggendo le frasi sui 6x3, io, che non so neanche che Uva Grapes è un Festival che la città di Catania presenta da ben sette anni, ho serie difficoltà a capire che a breve la nostra amata Catania brulicherà di eventi artistici e con la superficialità che mi contraddistingue dovrei ricordarmi, una volta giunta a casa (il collegamento ad internet via smartphone mi costa assai), di andare a consultare www.uvagrapes.com e finalmente capire! Cosa che viene sicuramente semplice ad un settantenne che forse a casa non ha neanche un pc, e che quindi non avrà la possibilità di collegarsi al sito che distrattamente (o no?) è stato pubblicizzato sui cartelloni e scoprire così che potrebbe passare le sue prossime giornate a godere dell’arte. Onore ai Paritos che hanno inventato la pubblicità classista!

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  4. problemi a postare correttamente...proverò ancora...ad inserire il giusto seguito....

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  5. Leggo, rileggo e mi domando ma è co-fondatore o fondatore? Come dire ma è parte del gruppo organizzativo di Uva Grapes o è Parito e basta? Mi collego al sito www.monoarchitetti.com e sono certa di trovare soluzione al mistero, ma il mistero si infittisce, mi aspetto di trovare un “chi siamo” sul quale cliccare o, come direbbe il sig. D’Agata Ruggero disgustato, un “about us”.... ah ecco quello c’è: clicco e penso vediamo quanti sono in questo studio i fondatori; sono tre e capisco solo dopo un bel pò che ci sono anche altri due architetti perchè sulla destra in piccolo ed alla fine dei ringraziamenti vengono nominati. Il primo della lista, però, sebbene sotto le vesti di webmaster, è sempre il discreto eroe. Ecco un altro strano caso in cui, in un gruppo, di cui lui fa parte, si trova in cima o in idoneo risalto. Mi viene da pensare che presto leggeremo un’altra Big [cit.], magari da lui firmata?!
    In conclusione, spero di aver dato supporti sufficienti a quella che è, solo, una mia tesi che sento di esporre e che mi porta ad affermare a chiare lettere che l’onestà e l’altruismo sono caratteristiche cha hanno sempre distinto gli eroi. Il gioco di Parito, che lo porta a far parlare di lui in modo del tutto “casuale”, è un gioco macchinoso e studiato a tavolino che di onesto non ha nulla e tantomeno di altruistico ed eroico, perchè è inevitabile che questo gran parlare gli ha dato maggiore visibilità e quindi inevitabilmente maggiore penetrazione nel mercato.
    I suoi calcoli li ha fatti bene, ha scommesso, sapendo di vincere! Sapeva benissimo che i frutti che avrebbe raccolto da questo evento non si sarebbero limitati al compenso preso (o no, poco importa) per la campagna! Sapeva che grazie ad un tanto “schiffariato” signor D’Agata (suo alter ego) avrebbe ottenuto di più, ma gli eroi, si sa, non fanno mai qualcosa per esserne ripagati!

    P.S. Giuseppe (e non so se sei il Parito della situazione), si scrive recensione e non recenzione; forse volevi scrivere recinzione (lapsus) e riferirti proprio al recinto di parole ed opinioni che ti sei costruito e nel quale crogioli?

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  6. La censura che il nostro (libero) giornale applica alle radici stavolta è stata annullata e lo stesso giornale ha pestato i piedi al suo Boss: il tutto ha un sapore strano, ma chissà forse davvero qualcosa sta cambiando, forse davvero in Italia c’è libertà di stampa ed andrebbe, a questo punto, un pò limitata, eh?
    Chi sono gli organizzatori di Uva Grapes (dei benefattori?) bene o male lo si sa e sul sito ci sono tutti i loro nomi tranne quello di Mr Parito (ancora pubblicità), l’unico di cui oggi si parla, l’eroe indiscusso della campagna, ed infatti si è riservato solo una pagina della brochure che si trova nel sito.
    Ma chi è Giusepe Parito di monoarchitetti (oltre ad essere un tuo amico)?
    Emulando il signor D’Agata cerco un pò su google e leggo: “architetto / grafico / co-fondatore dello studio tecnico Monoarchitetti” (www.compagniazappala.it) ed anche: “...continua autonomamente la sua attività creativa e professionale fondando nel 2004 lo studio tecnico Monoarchitetti orientandone l’attività verso una estrema fertilizzazione tra architettura, design, arti visive, comunicazione, marketing e ricerca sociale.” (http://prtgabac.wordpress.com/parito).

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  7. ok, i post di anonimo vanno letti nel seguente ordine (se poi salvatore vuole sistemarli, gliene sarò grata!): 1-5-4 (il 2 e 3 possono essere eliminati)
    Grazie e scusate l'inghippo!

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  8. Ringrazio Anonimo, che mi attribuisce la maternità di Big(Cit). Non so in base quale misteriose informazioni arrivi a questa deduzione (ha ragione LUI ormai siamo tutti intercettati!), ma mi fa comunque gongolare (cit.)e mi permette di sanare un trauma dell'adolescenza quando il prof. di educazione artistica, esasperato dai miei inutili tentativi di realizzare qualcosa, per non dovermi dare un'insufficienza e abbassarmi la media, a fine quadrimestre urlava "Fatti aiutare da tuo fratello!!!": stroncando cosi ogni mia velleità creativa.Finalmente, oggi Anonimo riconosce le mie(nascoste molto bene)doti artistiche! Mariaeugenia (sorella di) Parito

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  9. Ti chiedo scusa, Anonimo, per le peripezie che hai dovuto affrontare nel postare il commento. Ho visto che una parte del tuo ragionamento era finita automaticamente tra gli spam. Ho provato a rimediare nel momento in cui me ne sono reso conto. Confido nella tua indulgenza dato che io sono il webmaster di me stesso e la mia capacità in questo settore è parecchio limitata. Non so se è correttissimo farlo, ma di seguito proverò a ripostare per intero il tuo intervento facendo un copia e incolla nell'ordine che hai indicato.

    Salvatore

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  10. L'intervento di Anonimo ricopiato e incollato secondo l'ordine da lei indicato in due commenti successivi perché il modulo accetta al massimo 4.096 caratteri.
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    Caro Salvatore,
    per puro, purissimo caso mi sono imbattuta nel tuo blog e nel tuo post e ritengo di conoscere abbastanza la storia che, in tono di osanna, hai narrato.
    (Pausa di sospensione di circa 5 minuti per provare a mettere in ordine le mie idee ed esporle).
    Lascerò perdere linguaggi forbiti e ad effetto, così come non snocciolerò citazioni e non darò sfoggio della mia cultura, anche perchè non ne sarei in grado, forse lascerò perdere anche la grammatica e l’analisi logica, e parlerò di una cosa sorprendentemente nuova per il mondo di oggi: l’onestà.(Chissà perchè mi sono affezionata così tanto a questo valore, che oggi come oggi non produce nulla!)
    Inizio dalla fine: il tuo racconto si conclude definendo “Parito e gli organizzatori di Uva Grapes gli eroi di questa Italia, ahahahha” ( la risata finale non c’era ma secondo me ci sta benissimo). Analizzo questa piccola frase mettendo da parte gli organizzatori di Uva Grapes, in quanto “gruppo” e mi soffermo a pubblicizzare ancora un pò la figura di Parito (a questo punto sempre più gongolante), d’altronde il riuscire a far focalizzare le attenzioni su di lui è cosa che gli riesce benissimo in modo naturale, ingenuamente e macchinosamente (...spiegherò più avanti)!
    La campagna pubblicitaria da lui (e sorella) ideata, la trovo bella, interessante, ma neanche tanto originale e certamente non diretta. Leggendo le frasi sui 6x3, io, che non so neanche che Uva Grapes è un Festival che la città di Catania presenta da ben sette anni, ho serie difficoltà a capire che a breve la nostra amata Catania brulicherà di eventi artistici e con la superficialità che mi contraddistingue dovrei ricordarmi, una volta giunta a casa (il collegamento ad internet via smartphone mi costa assai), di andare a consultare www.uvagrapes.com e finalmente capire! Cosa che viene sicuramente semplice ad un settantenne che forse a casa non ha neanche un pc, e che quindi non avrà la possibilità di collegarsi al sito che distrattamente (o no?) è stato pubblicizzato sui cartelloni e scoprire così che potrebbe passare le sue prossime giornate a godere dell’arte. Onore ai Paritos che hanno inventato la pubblicità classista!
    Ma, improvvisamente, un giorno, così dal nulla, è arrivato un cavaliere (servente?) che colpito (forse in testa) dai cartelloni pubblicitari, o dal solleone di agosto, ha deciso di scrivere alla Sicilia e svela così, anche al povero settantenne, il quid comunicativo e svela, inoltre, di avere tanto tempo per fare una ricerca su internet e scoprire, disgustato, che le frasi appartengono a 5 dittatori, Papi incluso, (suspance, rullo di tamburi, gas ai motori della fantasia scenica). Ciancio si sorprende e si irrita, (ma davvero? Gli avete rovinato le vacanze?) gli hanno toccato Papi e da lì si da il via al cabaret: adesso improvviso io!
    Al tocco di Papi, quello che però si sente più attaccato è il Bucolo (onore al merito, va nominato no?) colui che, contraddistinto dalla solita arroganza e saccente invidia, riesce a scrivere, seppur in rare occasioni, qualcosa di valido; nel suo show, il Bucolo ha anche scomodato gli ebrei, ma si è dimenticato di sottolineare che si riferiva probabilmente alla fetta di ebrei imbecilli, fetta probabilmente numericamente uguale a quella dei cristiani imbecilli, per cui non trovo molto preoccupante la sua denuncia.
    Chi è Bucolo lo si sa (più o meno), ma chi è il cavalier servente? Certo è qualcuno che ha un gran “culo” oppure sa che in estate gli “scrittori” Catanesi vanno in vacanza e quindi la sua mail sarebbe stata pubblicata sulla Sicilia tra le tante inviate; perchè - diciamocelo chiaro - non è che il nostro (libero) giornale pubblichi proprio tutte le lettere che gli vengono inviate! Eppure la sua, sgrammaticata e poco lucida, è stata spedita in prima pagina.

    (continua)

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  11. (continua dal commento precedente.)

    La censura che il nostro (libero) giornale applica alle radici stavolta è stata annullata e lo stesso giornale ha pestato i piedi al suo Boss: il tutto ha un sapore strano, ma chissà forse davvero qualcosa sta cambiando, forse davvero in Italia c’è libertà di stampa ed andrebbe, a questo punto, un pò limitata, eh?
    Chi sono gli organizzatori di Uva Grapes (dei benefattori?) bene o male lo si sa e sul sito ci sono tutti i loro nomi tranne quello di Mr Parito (ancora pubblicità), l’unico di cui oggi si parla, l’eroe indiscusso della campagna, ed infatti si è riservato solo una pagina della brochure che si trova nel sito.
    Ma chi è Giusepe Parito di monoarchitetti (oltre ad essere un tuo amico)?
    Emulando il signor D’Agata cerco un pò su google e leggo: “architetto / grafico / co-fondatore dello studio tecnico Monoarchitetti” (www.compagniazappala.it) ed anche: “...continua autonomamente la sua attività creativa e professionale fondando nel 2004 lo studio tecnico Monoarchitetti orientandone l’attività verso una estrema fertilizzazione tra architettura, design, arti visive, comunicazione, marketing e ricerca sociale.” (http://prtgabac.wordpress.com/parito).
    Leggo, rileggo e mi domando ma è co-fondatore o fondatore? Come dire ma è parte del gruppo organizzativo di Uva Grapes o è Parito e basta? Mi collego al sito www.monoarchitetti.com e sono certa di trovare soluzione al mistero, ma il mistero si infittisce, mi aspetto di trovare un “chi siamo” sul quale cliccare o, come direbbe il sig. D’Agata Ruggero disgustato, un “about us”.... ah ecco quello c’è: clicco e penso vediamo quanti sono in questo studio i fondatori; sono tre e capisco solo dopo un bel pò che ci sono anche altri due architetti perchè sulla destra in piccolo ed alla fine dei ringraziamenti vengono nominati. Il primo della lista, però, sebbene sotto le vesti di webmaster, è sempre il discreto eroe. Ecco un altro strano caso in cui, in un gruppo, di cui lui fa parte, si trova in cima o in idoneo risalto. Mi viene da pensare che presto leggeremo un’altra Big [cit.], magari da lui firmata?!
    In conclusione, spero di aver dato supporti sufficienti a quella che è, solo, una mia tesi che sento di esporre e che mi porta ad affermare a chiare lettere che l’onestà e l’altruismo sono caratteristiche cha hanno sempre distinto gli eroi. Il gioco di Parito, che lo porta a far parlare di lui in modo del tutto “casuale”, è un gioco macchinoso e studiato a tavolino che di onesto non ha nulla e tantomeno di altruistico ed eroico, perchè è inevitabile che questo gran parlare gli ha dato maggiore visibilità e quindi inevitabilmente maggiore penetrazione nel mercato.
    I suoi calcoli li ha fatti bene, ha scommesso, sapendo di vincere! Sapeva benissimo che i frutti che avrebbe raccolto da questo evento non si sarebbero limitati al compenso preso (o no, poco importa) per la campagna! Sapeva che grazie ad un tanto “schiffariato” signor D’Agata (suo alter ego) avrebbe ottenuto di più, ma gli eroi, si sa, non fanno mai qualcosa per esserne ripagati!

    P.S. Giuseppe (e non so se sei il Parito della situazione), si scrive recensione e non recenzione; forse volevi scrivere recinzione (lapsus) e riferirti proprio al recinto di parole ed opinioni che ti sei costruito e nel quale crogioli?

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  12. Grazie Salvatore, speravo in questo tuo aiuto!

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  13. Caro Salvatore,
    Se "Anonimo" si è imbattuto per caso nel tuo Blog per intervenire, è un successo non solo per il blog, ma per lo scambio di informazioni sulla stato della cultura Catanese.Che non è solamente quella di chi legge "la Sicilia", va solo alle prime dello "Stabile" e del "Bellini".
    Così lui - e spero altri, se vorranno - potranno essere informati su una serie di eventi artistici che da anni molti gruppi Catanesi cercano di portare avanti (con pochissimi mezzi).Eventi o progetti che magari poco conosciuti in città,hanno invece riconoscimenti in ambito europeo; pazienza se poi a lui o ad altri non piacciono, e preferiscono - con tutto il rispetto per chi ci lavora - le rassicuranti scenette di Litterio, le "eredità dello zio Buonanima", o i "festival della Canzone Siciliana".
    Certamente fa sorridere la espressione di un "anonimo" che su un "blog" dichiara "classista" ciò che non conosce, perchè non pubblicizzato abbastanza sul giornale locale. E non era informato che esisteva "Uvagrapes", la compagnia "Zappalà Danza", "L'Associazione Musicale Etnea"; e posso immaginare che non conosca le produzioni di Salvatore Zinna: non sarà che non ne è interessato?
    Mi sovviene un episodio di qualche anno fa, allorquando l'assessore alla Cultura in carica si meravigliò dell'inconsueto - per lui- affollamento di pubblico riscontrato un un festival di teatro contemporaneo patrocinato dal Comune. Evento classista?

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