Una tarda sera, nel giorno
della rappresentazione.
La fine del fiume delle
stragi italiane, una sorta di recinto sacro d'acqua, pieno di
fiammelle galleggianti e vestiti rosso sangue, sulle cui rive il
pubblico partecipa a una cerimonia di sacrificio. Immerso
nell'acqua, completamente coperto di melma, con una pipa in bocca e
una pistola in mano, la vittima sacrificale: un soldato di una delle tante agenzie criminali che hanno insanguinato l'Italia negli ultimi settant'anni che
chiameremo Killer.
KILLER
Questa
non è una pipa. Questo non sono io. Questo... è il
personaggio che stasera qui vi rappresento, e che voi, per il solo
fatto che io parli con la sua voce, state identificando con me.
Quelli che mi stanno guardando non lo so se siete voi. Questa
sorgente putrefatta della falsa coscienza non è una sorgente
putrefatta della falsa coscienza.
Quelle
che vi sto dicendo sono una marea di minchiate, ma tutte queste
minchiate non sono proprio per niente minchiate. Questa non è una
pippa.
Non
c'è niente che fa cagare di più un personaggio come potrei essere
io di quest'idea di spettacolo di rappresentazione.
Lo
stato, le persone per bene, vorrebbero che lui recitasse, che facesse
l'attore, il criminale, il killer, così che loro, seduti belli
comodi, potessero mettersi a giudicarlo.
Questo io che
stasera, qui, vi rappresento, e che da adesso in poi chiamerò "Io",
come me stesso, come colui che state guardando in questo momento,
questo io, cioè Io, vaffanculo, voi, che forse non siete neanche
voi, forse, avete il diritto di ucciderlo, ma non avete il diritto
di chiamarlo assassino.
Il
fatto è che non avete le palle per sparargli. Non avete i
coglioni di farlo con le vostre mani. Magari paghereste qualcuno per
farlo facendo finta di non sapere che glielo avete ordinato voi. E
magari avete pure il coraggio di indignarvi se venite a sapere che
lo ha fatto per conto vostro.
Queste
bugie... sono bugie!
Io sono un
soldato, cazzo! io sono un soldato, porca puttana! Sono un soldato
che ha combattuto per voi. Che cazzo siete venuti a giudicarmi!
Avete il diritto
di uccidermi con le vostre mani, avete il diritto di fare questo, ma
non avete il diritto di giudicarmi. Cazzo non potete permettervelo.
Io
voglio,
desidero,
pretendo
con
tutto
me
stesso
di
essere
ucciso
da
voi.
Non
merito
di
meno!
Voglio
morire
in
guerra
come
ho
vissuto
da
soldato.
E
se
voi
credete
che
io
sia
il
vostro
nemico,
allora
pretendo,
esigo,
voglio
che
mi
ammazziate
sparandomi
in
faccia
da
uomini.
Spara! Sparatemi!
L'orrore che mi
avete delegato per la vostra innocenza vi deve invadere ... dalle
gambe, dalle natiche, dal buco del culo, dalle budella, dallo
stomaco, dall'esofago... voglio, pretendo, esigo vedervi vomitare,
cazzo!
Coraggio, forza!
Si può imparare a convivere con tutto. Basta cominciare una volta.
Una volta sola.
Le persone le
cominci a vedere piccole, piccole, cioè... da che le vedi vive, a che le vedi morte è tutta una cosa, come se non esistessero più...
le pensi morte già dentro di te... Il resto è solo gesto esterno:
il dito sul grilletto, una lenta e decisa pressione, il cane che si
solleva, il clic, lo scatto, il percussore che colpisce il
proiettile, lo sparo, e l'essere finisce di essere.
Dopo il primo
omicidio non sentivo più niente, non mi è successo più niente,
cioè io uccidevo con una facilità enorme. Non so, uccidevo verso le
dodici e mezza, all'una io ero a tavola con i miei figli che
mangiavo". Una mattina ne ho uccisi tre prima di andare a messa
alle 11. Gli sbirri hanno trovato tre stronzi per terra tutti bucati!
C'era tanto sangue che scivolavano col culo per terra. Minchia, le
risate!
Non sentivo più
niente da quando mi avevano tirato su la testa a forza: "Guarda
che... tutti quelli che... dopo il primo omicidio avete questo
comportamento di vomito e cose sarete dei grandi assassini".
Quella sera mi
sembrava che non avrei più fatto nella vita nient'altro che
vomitare. Non mi ricordo da quanto tempo era che stavo vomitando...
Materia grigia...
cose interne, il sangue di quell'uomo sui miei vestiti. Avevo i
brividi e la testa pesante.
Non
mi ero reso neanche conto di ciò che avevo fatto.
Mi ricordo il
silenzio, alla fine. Ero rimasto a fissarlo stupefatto: dopotutto era
la prima volta che vedevo una persona morire davanti a me. Il tonfo
della testa che cozzava a terra. La pipa che cascava dalla sua bocca.
Fontanelle di sangue e filamenti interni che schizzavano ovunque.
Carne presa a pugni, ossa fatte a pezzi, il corpo che sobbalzava ogni
volta che premevo il grilletto. Lo avevo finito con tre colpi alla
testa.
Continuava a
guardarmi e a implorarmi. Senza mollare quella cazzo di pipa.
L'orrore ha un
volto, e bisogna farsi amico l'orrore per potere essere un buon
soldato. E per me l'orrore aveva il volto di quell'uomo con quello
spacchio di pipa in bocca.
"No, non
uccidermi, ti prego!".
Ero tornato
indietro perché dalla macchina mi facevano il pollice: "finiscilo
quel bastardo!"
Cazzo, merda,
porca puttana, mi stavo cagando addosso e mi stavo allontanando
mentre quello era ancora vivo. Mi era scivolata la seconda pistola,
una 38, dai pantaloni. e manco me ne ero accorto.
Era ancora vivo e
piangeva: "Ho la famiglia, ho la moglie e quattro figli..."
Fino ad allora...
nemmeno io pensavo di andare a uccidere nessuno.
Vaffanculo! Ci si
abitua a tutto, ci si abitua.
Ero diventato un
assassino. Un sicario della mafia. Tutti mi dicevano sempre che era
giustificato, perché se mi chiamava... lo stato che entrava in
guerra io dovevo andare a uccidere le persone per lo stato. Allora,
siccome noialtri siamo soldati, allora è uguale, la stessa cosa.
Io sono un
soldato e voi mi avete assunto per sparare al posto vostro, merda, e
non mi avete nemmeno versato i contributi. Non l'avete neanche
denunciato al fisco. Io sono stato al vostro servizio. Ho pulito le
tracce di culo dei vostri panni sporchi e non vi siete nemmeno
preoccupati di farmi avere uno spacchio di pensione. Mi avete preso a
progetto, strage dopo strage, assassinio dopo assassinio. Cazzo, un
professionista come me. Un cazzo di killer del mio livello assunto
con un contratto cococo. Andate a fare in culo, andate.
Per ammazzare
quell'uomo ci serviva una pistola col silenziatore, io avevo una
7,65; il mio collega un silenziatore artigianale. Allora siamo andati
a far fare la filettatura nella canna.
Per
filettare la canna della pistola che è femmina, ci vogliono tre
maschi, che si distinguono in base alla grandezza dello smusso. Il primo maschio deve essere quello con la puntatura maggiore, poi
il secondo con una smussatura più piccola, e infne il terzo con
una smussatura quasi inesistente. Il maschio più grosso, montato sul
giramaschi, viene ficcato dentro la canna e comincia a filettarla in
maniera più grossolana, preparando la strada per il secondo maschio, il
quale a sua volta crea le condizioni per far fare il lavoro di fino
all'ultimo maschio, quello con la puntatura più piccola di tutti che
si trova praticamente con il lavoro già fatto dai maschi con la
puntatura più grossa. Capito? La tecnica è che ad ogni giro del
giramaschi è necessario riportare di un mezzo giro il giramaschi
all'indietro, per far spezzare il truciolo che deve essere
scartato. Bisogna eliminare il truciolo per completare il giro della
filettatura. Bisogna eliminare le parti che più ci imbarazzano per
sopravvivere ai mutamenti dei contesti storici. Ed è lì che i
maschi con le puntature insignificanti non riconoscono il lavoro
fatto dai maschi con le puntature più grosse.
C'è
il fatto, però, che a me non mi va manco per il cazzo di recitare la
parte del truciolo.
E'
arrivato il momento di prendervi la vostra responsabilità nella
commedia.
Che cosa vi hanno
detto per esservi decisi a venire qui? che vi hanno raccontato? Che
si trattava di intrattenimento culturale? Mi fa cagare tutta questa
cultura del cazzo! Non c'avete meno merda di me addosso!
Che
cazzo vi hanno raccontato. A che minchia di cose vi siete convinti di
credere? Che noi eravamo l'antistato? Che noi combattevamo contro lo
stato? Noi non combattiamo lo stato, noi non possiamo combattere lo
stato perché noi siamo lo stato. Noi siamo soldati, siamo il corpo
scelto dei soldati dello stato. Siamo noi che abbiamo liberato
l'Italia nella seconda guerra mondiale, non ve lo ricordate? Noi
siamo patrioti. Quando cantate l'inno nazionale a che minchia
pensate? La Sicilia è stato il fronte caldo della guerra fredda. Ed
è lì che io ho rischiato il culo per voi.
Noi
non abbiamo combattuto per lasciare questo stato in mano a gente con
la puntatura inesistente come voi.
A
noi
i
servizi
segreti
non
ci
possono
infiltrare
perché
a
noi
i
servizi
segreti
ci
hanno
chiesto
di
fare
azioni
segrete.
Ci
hanno
chiesto
di
partecipare
a
colpi
di
stato
per
stabilizzare
lo
stato.
Noi
abbiamo
messo
le
bombe
a
Piazza
Fontana,
abbiamo
aiutato
i
petrolieri
e
gli
interessi
occidentali
a
fare
fuori
Enrico
Mattei.
L'abbiamo
fatto
nell'interesse
degli
italiani,
degli
inglesi
e
degli
americani.
Abbiamo
ammazzato
48
sindacalisti
all'indomani
della
vittoria
dei
socialisti
e
dei
comunisti
in
Sicilia.
Noi
siamo
stati
l'esercito
segreto
per
impedire
che
i
sovietici
invadessero
l'Europa
e
i
governi
dell'Europa
andassero
nelle
mani
dei
comunisti.
Abbiamo
fatto
le
stragi
di
Portella
delle
Ginestre,
dell'Italicus,
della
stazione
di
Bologna.
Abbiamo
ammazzato
Pier
Paolo
Pasolini.
E
le
armi
ce
le
hanno
date
loro...
Ce
le
avete
date
voi.
Ce
le
ha
date
lo
stato,
ce
le
hanno
date
gli
americani.
Dietro.
Ma
davanti
a
tutti
ci
insultano.
Mi
insultate.
Dice
che
siamo
assassini,
mafiosi,
gente
senza
onore.
Però
dietro...
per
favore...
per
favore...
Per
sessantanni
ci
sono
stati
depositi
di
armi
nascoste
in
tutta
Europa
a
disposizione
degli
eserciti
clandestini
degli
stati
democratici.
Noi
abbiamo
difeso
la
democrazia.
Perché
nessuno
lo
dice
che
se
l'Italia
è
uno
stato
democratico
è
merito
della
mafia?
E
ora
ci
volete
fottere,
come
se
noi
non
avessimo
mai
avuto
a
che
fare
con
voi.
Ma
noi
non
possiamo
perdere,
perché
noi
custodiamo
i
segreti
di
stato...
perché
noi
siamo
il
sancta
sanctorum
dello
stato.
No, non potete
venire qua a farmi la critica di questa merda di rappresentazione che
va in scena da settantanni. Dice che sono pazzo, che sono diventato
troppo ballerino perché mi sono scassato la minchia di fare il
teatro di rappresentazione. Mi sono scassato la minchia di fare
finta, di dire bugie, di vedervi credere alle bugie seduti comodi
nelle vostre sedie innocenti a sentirvi tutti brave persone.
Forza avanti, ora
dovete cominciare a sparare. Coraggio, alla fine ci si abitua a
tutto.
Tu mi aiuterai,
amico, tu mi aiuterai.
Tutti vogliono
che lo muoia, io più di ogni altro. Io sono qua, in attesa che tu mi
liberi dal dolore.
Ma voglio morire
da soldato, in piedi, non come un pentito, un rinnegato, un truciolo
di merda da da risucchiare nella canna del cesso.
Sparami tu, tu
sei una brava persona. Lo vedo, lo vedo che tu mi stai cominciando a
capire.
Ti insegno io
come devi fare. Cazzo, sono il più bravo.
Mi
pensi già morto dentro di te. E' un'azione interna che devi sentire.
Prima colpisci il bersaglio dentro di te e poi spari. Quello che devi
ammazzare sono io dentro di te.
Tutto il resto è
gesto esterno, rappresentazione.
Killer si immerge nell'acqua tra i vestiti rosso sangue mimando una morte melodrammatica.
VOCE FUORI CAMPO
Questa non è una
pipa, questa non è una piscina, questi non sono vestiti.
http://www.flickr.com/photos/salvatorezinna/show/
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