sabato 19 maggio 2012

Confessioni di uno stragista democratico


Una tarda sera, nel giorno della rappresentazione.
La fine del fiume delle stragi italiane, una sorta di recinto sacro d'acqua, pieno di fiammelle galleggianti e vestiti rosso sangue, sulle cui rive il pubblico partecipa a una cerimonia di sacrificio. Immerso nell'acqua, completamente coperto di melma, con una pipa in bocca e una pistola in mano, la vittima sacrificale: un soldato di una delle tante agenzie criminali che hanno insanguinato l'Italia negli ultimi settant'anni che chiameremo Killer.

KILLER

Questa non è una pipa. Questo non sono io. Questo... è il personaggio che stasera qui vi rappresento, e che voi, per il solo fatto che io parli con la sua voce, state identificando con me. Quelli che mi stanno guardando non lo so se siete voi. Questa sorgente putrefatta della falsa coscienza non è una sorgente putrefatta della falsa coscienza.
Quelle che vi sto dicendo sono una marea di minchiate, ma tutte queste minchiate non sono proprio per niente minchiate. Questa non è una pippa.
Non c'è niente che fa cagare di più un personaggio come potrei essere io di quest'idea di spettacolo di rappresentazione.
Lo stato, le persone per bene, vorrebbero che lui recitasse, che facesse l'attore, il criminale, il killer, così che loro, seduti belli comodi, potessero mettersi a giudicarlo.
Questo io che stasera, qui, vi rappresento, e che da adesso in poi chiamerò "Io", come me stesso, come colui che state guardando in questo momento, questo io, cioè Io, vaffanculo, voi, che forse non siete neanche voi, forse, avete il diritto di ucciderlo, ma non avete il diritto di chiamarlo assassino.
Il fatto è che non avete le palle per sparargli. Non avete i coglioni di farlo con le vostre mani. Magari paghereste qualcuno per farlo facendo finta di non sapere che glielo avete ordinato voi. E magari avete pure il coraggio di indignarvi se venite a sapere che lo ha fatto per conto vostro.
Queste bugie... sono bugie!
Io sono un soldato, cazzo! io sono un soldato, porca puttana! Sono un soldato che ha combattuto per voi. Che cazzo siete venuti a giudicarmi!
Avete il diritto di uccidermi con le vostre mani, avete il diritto di fare questo, ma non avete il diritto di giudicarmi. Cazzo non potete permettervelo.
Io voglio, desidero, pretendo con tutto me stesso di essere ucciso da voi. Non merito di meno! Voglio morire in guerra come ho vissuto da soldato. E se voi credete che io sia il vostro nemico, allora pretendo, esigo, voglio che mi ammazziate sparandomi in faccia da uomini.
Spara! Sparatemi!
L'orrore che mi avete delegato per la vostra innocenza vi deve invadere ... dalle gambe, dalle natiche, dal buco del culo, dalle budella, dallo stomaco, dall'esofago... voglio, pretendo, esigo vedervi vomitare, cazzo!
Coraggio, forza! Si può imparare a convivere con tutto. Basta cominciare una volta. Una volta sola.
Le persone le cominci a vedere piccole, piccole, cioè... da che le vedi vive, a che le vedi morte è tutta una cosa, come se non esistessero più... le pensi morte già dentro di te... Il resto è solo gesto esterno: il dito sul grilletto, una lenta e decisa pressione, il cane che si solleva, il clic, lo scatto, il percussore che colpisce il proiettile, lo sparo, e l'essere finisce di essere.
Dopo il primo omicidio non sentivo più niente, non mi è successo più niente, cioè io uccidevo con una facilità enorme. Non so, uccidevo verso le dodici e mezza, all'una io ero a tavola con i miei figli che mangiavo". Una mattina ne ho uccisi tre prima di andare a messa alle 11. Gli sbirri hanno trovato tre stronzi per terra tutti bucati! C'era tanto sangue che scivolavano col culo per terra. Minchia, le risate!
Non sentivo più niente da quando mi avevano tirato su la testa a forza: "Guarda che... tutti quelli che... dopo il primo omicidio avete questo comportamento di vomito e cose sarete dei grandi assassini".
Quella sera mi sembrava che non avrei più fatto nella vita nient'altro che vomitare. Non mi ricordo da quanto tempo era che stavo vomitando...
Materia grigia... cose interne, il sangue di quell'uomo sui miei vestiti. Avevo i brividi e la testa pesante.
Non mi ero reso neanche conto di ciò che avevo fatto.
Mi ricordo il silenzio, alla fine. Ero rimasto a fissarlo stupefatto: dopotutto era la prima volta che vedevo una persona morire davanti a me. Il tonfo della testa che cozzava a terra. La pipa che cascava dalla sua bocca. Fontanelle di sangue e filamenti interni che schizzavano ovunque. Carne presa a pugni, ossa fatte a pezzi, il corpo che sobbalzava ogni volta che premevo il grilletto. Lo avevo finito con tre colpi alla testa.
Continuava a guardarmi e a implorarmi. Senza mollare quella cazzo di pipa.
L'orrore ha un volto, e bisogna farsi amico l'orrore per potere essere un buon soldato. E per me l'orrore aveva il volto di quell'uomo con quello spacchio di pipa in bocca.
"No, non uccidermi, ti prego!".
Ero tornato indietro perché dalla macchina mi facevano il pollice: "finiscilo quel bastardo!"
Cazzo, merda, porca puttana, mi stavo cagando addosso e mi stavo allontanando mentre quello era ancora vivo. Mi era scivolata la seconda pistola, una 38, dai pantaloni. e manco me ne ero accorto.
Era ancora vivo e piangeva: "Ho la famiglia, ho la moglie e quattro figli..."
Fino ad allora... nemmeno io pensavo di andare a uccidere nessuno.
Vaffanculo! Ci si abitua a tutto, ci si abitua.
Ero diventato un assassino. Un sicario della mafia. Tutti mi dicevano sempre che era giustificato, perché se mi chiamava... lo stato che entrava in guerra io dovevo andare a uccidere le persone per lo stato. Allora, siccome noialtri siamo soldati, allora è uguale, la stessa cosa.
Io sono un soldato e voi mi avete assunto per sparare al posto vostro, merda, e non mi avete nemmeno versato i contributi. Non l'avete neanche denunciato al fisco. Io sono stato al vostro servizio. Ho pulito le tracce di culo dei vostri panni sporchi e non vi siete nemmeno preoccupati di farmi avere uno spacchio di pensione. Mi avete preso a progetto, strage dopo strage, assassinio dopo assassinio. Cazzo, un professionista come me. Un cazzo di killer del mio livello assunto con un contratto cococo. Andate a fare in culo, andate.
Per ammazzare quell'uomo ci serviva una pistola col silenziatore, io avevo una 7,65; il mio collega un silenziatore artigianale. Allora siamo andati a far fare la filettatura nella canna.
Per filettare la canna della pistola che è femmina, ci vogliono tre maschi, che si distinguono in base alla grandezza dello smusso. Il primo maschio deve essere quello con la puntatura maggiore, poi il secondo con una smussatura più piccola, e infne il terzo con una smussatura quasi inesistente. Il maschio più grosso, montato sul giramaschi, viene ficcato dentro la canna e comincia a filettarla in maniera più grossolana, preparando la strada per il secondo maschio, il quale a sua volta crea le condizioni per far fare il lavoro di fino all'ultimo maschio, quello con la puntatura più piccola di tutti che si trova praticamente con il lavoro già fatto dai maschi con la puntatura più grossa. Capito? La tecnica è che ad ogni giro del giramaschi è necessario riportare di un mezzo giro il giramaschi all'indietro, per far spezzare il truciolo che deve essere scartato. Bisogna eliminare il truciolo per completare il giro della filettatura. Bisogna eliminare le parti che più ci imbarazzano per sopravvivere ai mutamenti dei contesti storici. Ed è lì che i maschi con le puntature insignificanti non riconoscono il lavoro fatto dai maschi con le puntature più grosse.
C'è il fatto, però, che a me non mi va manco per il cazzo di recitare la parte del truciolo.
E' arrivato il momento di prendervi la vostra responsabilità nella commedia.
Che cosa vi hanno detto per esservi decisi a venire qui? che vi hanno raccontato? Che si trattava di intrattenimento culturale? Mi fa cagare tutta questa cultura del cazzo! Non c'avete meno merda di me addosso!
Che cazzo vi hanno raccontato. A che minchia di cose vi siete convinti di credere? Che noi eravamo l'antistato? Che noi combattevamo contro lo stato? Noi non combattiamo lo stato, noi non possiamo combattere lo stato perché noi siamo lo stato. Noi siamo soldati, siamo il corpo scelto dei soldati dello stato. Siamo noi che abbiamo liberato l'Italia nella seconda guerra mondiale, non ve lo ricordate? Noi siamo patrioti. Quando cantate l'inno nazionale a che minchia pensate? La Sicilia è stato il fronte caldo della guerra fredda. Ed è lì che io ho rischiato il culo per voi.
Noi non abbiamo combattuto per lasciare questo stato in mano a gente con la puntatura inesistente come voi.
A noi i servizi segreti non ci possono infiltrare perché a noi i servizi segreti ci hanno chiesto di fare azioni segrete. Ci hanno chiesto di partecipare a colpi di stato per stabilizzare lo stato. Noi abbiamo messo le bombe a Piazza Fontana, abbiamo aiutato i petrolieri e gli interessi occidentali a fare fuori Enrico Mattei. L'abbiamo fatto nell'interesse degli italiani, degli inglesi e degli americani. Abbiamo ammazzato 48 sindacalisti all'indomani della vittoria dei socialisti e dei comunisti in Sicilia. Noi siamo stati l'esercito segreto per impedire che i sovietici invadessero l'Europa e i governi dell'Europa andassero nelle mani dei comunisti. Abbiamo fatto le stragi di Portella delle Ginestre, dell'Italicus, della stazione di Bologna. Abbiamo ammazzato Pier Paolo Pasolini. E le armi ce le hanno date loro... Ce le avete date voi. Ce le ha date lo stato, ce le hanno date gli americani. Dietro. Ma davanti a tutti ci insultano. Mi insultate. Dice che siamo assassini, mafiosi, gente senza onore. Però dietro... per favore... per favore... Per sessantanni ci sono stati depositi di armi nascoste in tutta Europa a disposizione degli eserciti clandestini degli stati democratici. Noi abbiamo difeso la democrazia. Perché nessuno lo dice che se l'Italia è uno stato democratico è merito della mafia? E ora ci volete fottere, come se noi non avessimo mai avuto a che fare con voi. Ma noi non possiamo perdere, perché noi custodiamo i segreti di stato... perché noi siamo il sancta sanctorum dello stato.
No, non potete venire qua a farmi la critica di questa merda di rappresentazione che va in scena da settantanni. Dice che sono pazzo, che sono diventato troppo ballerino perché mi sono scassato la minchia di fare il teatro di rappresentazione. Mi sono scassato la minchia di fare finta, di dire bugie, di vedervi credere alle bugie seduti comodi nelle vostre sedie innocenti a sentirvi tutti brave persone.
Forza avanti, ora dovete cominciare a sparare. Coraggio, alla fine ci si abitua a tutto.
Tu mi aiuterai, amico, tu mi aiuterai.
Tutti vogliono che lo muoia, io più di ogni altro. Io sono qua, in attesa che tu mi liberi dal dolore.
Ma voglio morire da soldato, in piedi, non come un pentito, un rinnegato, un truciolo di merda da da risucchiare nella canna del cesso.
Sparami tu, tu sei una brava persona. Lo vedo, lo vedo che tu mi stai cominciando a capire.
Ti insegno io come devi fare. Cazzo, sono il più bravo.
Mi pensi già morto dentro di te. E' un'azione interna che devi sentire. Prima colpisci il bersaglio dentro di te e poi spari. Quello che devi ammazzare sono io dentro di te.
Tutto il resto è gesto esterno, rappresentazione.
Killer si immerge nell'acqua tra i vestiti rosso sangue mimando una morte melodrammatica.


VOCE FUORI CAMPO

Questa non è una pipa, questa non è una piscina, questi non sono vestiti.

http://www.flickr.com/photos/salvatorezinna/show/

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